venerdì 3 marzo 2017

Voce sono. Per una consapevolezza vocale_5

Lo strumentarioNel setting musicoterapico si deve pensare come organizzare lo strumentario, in funzione delle specificità del paziente e degli obiettivi individuati rispetto al progetto. Lo strumentario ha un fascino che genera sempre reazioni molto diverse. Gli individui possono mostrare curiosità più o meno evidenti verso i vari strumenti e preferenze specifiche in funzione di molte variabili. E' importante osservarle e descriverle con cura perché sono cariche di informazioni utili alla comprensione dei pazienti e alla definizione del percorso. La presenza della voce può essere inserita in modo pensato con altri strumenti, appositamente selezionati di volta in volta.


L'uso sensoriale dello strumentarioGli strumenti possono essere considerati sotto tre aspetti: visivo, tattile e acustico. L'unione delle tre categorie rende possibile un rapporto completo con l'oggetto. In alcuni casi viene compensata l'assenza di un senso (vista, tatto, udito) con gli altri, nei modi più diversi. Per esempio un paziente può cercare un rapporto molto fisico con uno strumento per compensare una personale difficoltà visiva, oppure può mostrare una diffidenza verso alcuni oggetti per il loro aspetto, per la forma o per qualche particolare sensazione fisica suscitata alla vista, al tatto o all'udito. Il terapista deve sperimentare il proprio rapporto visivo, tattile e acustico con gli strumenti per conoscersi e imparare a regolare le proprie sensibilità in modo che possano essere trattate con cura e che non creino delle derive di attenzione proprie o del paziente. Personalmente sto esplorando una personale fatica verso il suono di alcuni strumenti di metallo, per esempio il glokenspiele. Questo, se suonato in un ambiente chiuso e percosso per più di qualche minuto, mi da fastidio e disturba la mia attenzione verso gli altri suoni o verso le azioni compiute dai presenti.L'approccio con lo strumentario avviene in varie fasi. Prima di tutto un'oggetto attira l'attenzione per il suo aspetto, attira la vista. Le tante forme, i colori e le dimensioni accontentano le varie preferenze. Poi, una volta selezionato e preso in mano, lo strumento suscita varie sensazioni rispetto al caldo, al freddo, al duro, al morbido, all'elastico, al rigido, alla qualità della vibrazione che produce e così via. Il contatto con i materiali (legni, pelli, metalli, plastiche, …) permette l'organizzazione di un immaginario personale che fa collegare in modo istintivo un suono al materiale che lo genera. Per esempio si sviluppa velocemente la capacità di associare il suono di un metallo a vari oggetti di uso comune: pentole, posate, attrezzi vari. L'uso acustico degli strumenti deriva da vari fattori. Il timbro, più degli altri parametri musicali, rivela il senso proprio di un oggetto sonoro. Permette di riconoscere uno strumento a un primo ascolto e di distinguerlo tra altri in un insieme. La sensibilità e lo stato emotivo del suonatore possono essere denotati dalle qualità del suono che egli produce. Per esempio l'intensità (forte - piano), oppure l'agogica (lento -veloce) possono rivelare molto di ogni persona. Inoltre la funzione acustica degli strumenti cambia nel suonare da soli o in coppia o, ancora di più, in un gruppo, un'orchestra o un insieme di improvvisazione. E' importante ricordare che le capacità cognitive e psico-fisiche permettono un uso più o meno corretto dello strumento, che può essere suonato nel modo per cui è stato pensato oppure no. Nulla vieta che uno shaker venga usato per simulare un microfono o come battente per una percussione. Ovviamente sta al terapista saper gestire gli usi diversificati degli strumenti, in un contesto protetto e in azioni dotate di senso.


La voce e i parametri musicaliI parametri musicali che vengono usati per i suoni descrivono anche le caratteristiche della voce umana. L'altezza descrive se la voce è acuta o grave. Si misura in Hertz e conta il numero delle oscillazioni del corpo vibrante al secondo, detto frequenza. Più sono numerose più il suono è acuto. La durata descrive lunghezza nel tempo. L'agogica denota la lentezza o la velocità di un canto o di una espressione verbale. L'intensità indica il volume che può essere forte o piano. Il timbro è il colore del suono, la sua qualità percettiva, permette di distinguere una voce tra molte altre. Dipende dai suoni armonici che il suono porta con sé. L'insieme di questi parametri ci permette di riconoscere le voci dei nostri amici o quella di un cantante famoso tra mille altre. Inoltre ci sono tempo e ritmo che descrivono la vitalità di un canto. Lo spazio è fatto dai movimenti e dalle direzioni che il suono prende. Questi parametri sono riassunti nello studio della prosodia del linguaggio. Ma non è tutto. Il linguaggio parlato diventa musicale sulla base delle emozioni che vuole esprimere. E' fatto di due componenti: significante, la sua forma esteriore, i suoni che lo compongono, e significato, il contenuto a cui rinvia, il concetto che vuole esprimente. Per esempio: la parola ALBERO ha come significante le lettere A, L, B, E, R, O, e come significato il concetto di albero, la pianta composta da radici, fusto, rami foglie, e così via.
La parola cantata arricchisce il testo di una componente emotiva, che non rappresenta necessariamente un significato condivisibile. Il canto è una forma di comunicazione che veicola direttamente un sentimento andando oltre il dover elaborare un contenuto semantico e senza rispettare le regole della grammatica. Infatti i bambini in età preverbale e le persone affette da patologie o disfunzioni che compromettono l'uso del verbale riescono a usare la voce per esprimersi, per comunicare senza usare la connessione significante-significato. 

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