venerdì 3 marzo 2017

Voce sono. Per una consapevolezza vocale_1

Introduzione


Di tutti gli strumenti sparsi sul pianeta, la voce è il più potente.
J. Goldman, Il potere di guarigione dei suoni

Questo scritto rappresenta il punto di arrivo del mio percorso formativo in Musicoterapia, iniziato tre anni fa nell'ottobre 2013. Come è giusto che sia, questo documento non è solo la fine di una formazione di base, ma soprattutto l'inizio di una strada più lunga, quella professionale che inizia qui.Il mio interesse per la voce e la curiosità verso il suo forte potere espressivo e trasformativo derivano da una serie di esperienze personali di canto e di uso della lingua parlata fatte negli anni. Da bambina cantavo nel coro dei pueri cantores (piccoli cantanti) della chiesa, poi ho avuto occasioni di cantare a matrimoni o eventi sociali, ho preso parte a un coro popolare a più voci, sono stata solista in un gruppo di musiche a ballo, ho fatto esperienze di canto armonico e circle songs. Parallelamente a queste esperienze fatte per piacere personale ho lavorato per anni come guida in un museo milanese, usando la voce per ore ogni giorno, di fronte a scolaresche o visitatori generici del fine settimana. Oggi ancora uso la vocalità nelle scuole per spiegare, descrivere, raccontare. A fronte di tutto ciò sento l'importanza che questo strumento ha per me, colgo la sua presenza quotidiana nella mia vita, ne percepisco la forza, la delicatezza e comprendo il senso profondo della compresenza di questi aspetti tanto diversi nella mia personalità. Per esempio subisco ancora il timore del giudizio altrui quando devo parlare a un pubblico particolarmente importante o se penso che le persone si aspettino da me qualcosa di speciale, che io possa fare la differenza. Questa ansia da prestazione ricade immediatamente sulla struttura fisica del mio apparato fonatorio: la laringe si irrigidisce, le corde vocali si assottigliano, i polmoni respirano più velocemente, la cavità cuccale si secca, il timbro della voce si assottiglia e la qualità della mia voce diventa più metallica, affilata. Chiari segni di imbarazzo, senso di inadeguatezza. Chissà se ciò succederà anche il giorno della discussione di questa tesi? Vedremo. La comprensione e l'armonizzazione di questi fenomeni spetta a me, in un lavoro di ascolto, cura e trasformazione, nel tempo che c'è già stato e in quello che verrà.Tutto questo, applicato all'ambito musicoterapico, apre alla volontà di provare esperienze formative diverse per la mia crescita personale, per conoscere teorie e approcci nuovi alla vocalità, in modo da appoggiarmi sulle spalle dei giganti che, nel tempo, hanno già fatto più strada di me. Per questo motivo ho esplorato il metodo funzionale della voce, la mediazione cantata, il canto armonico, le circle songs e frequento una formazione specifica alla vocalità presso il Centro Tridentino di Musicoterapia a Trento.Questa tesi si organizza in: un'introduzione al tema della vocalità nella dimensione umana; una parte teorica sull'apparato vocale e la respirazione; la sintesi delle principali teorie di alcuni professionisti italiani che ho incontrato fin'ora; la narrazione del ruolo della voce nel mio percorso personale e la formazione specifica svolta; una riflessione su alcune esperienze didattiche; le osservazioni rispetto due esperienze sul campo svolte per conto della scuola, una nell'ambito dell'Alzheimer con una signora di settantatré anni, un'altra nel settore della disabilità psicofisica presso un centro diurno con un gruppo di cinque persone; per finire una conclusione che vuole sintetizzare il senso di questo documento.Ringrazio Silvia Cornara, insegnante e tutor sempre disponibile ad accogliere le diversità, e Guglielmo, amorevole compagno con cui ho un continuo confronto umano e professionale. Ringrazio la vita, per tutta quella serie di eventi, apparentemente sconclusionati e incoerenti, che mi hanno portato alla sintesi di questa direzione, impensabile anni fa.

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